Emanuele Caserta, un’italiano nella “giungla” del Musical !
Emanuele Caserta, ex diplomato di Professione Musical è oggi uno dei Performer che con il suo talento porta alto il nome dell’Italia nel panorama del Musical internazionale. D Tarzan a Rocky oggi Emanuele fa parte del Cast di The Lion King ad Amburgo.
Lo abbiamo raggiunto e ne è scaturita un’intervista breve ma ricca di interesse per chi, a questo mondo, si vuole approcciare professionalmente.
PM Cosa ricordi di quando hai superato l’audizione a Professione Musical?
EC Ricordo che ero andato a Scuola e stavo aspettando una fatidica lettera che doveva contenere il contratto per iniziare gli studi oppure un foglio con scritto: “no, non ti abbiamo preso”. Torno a casa e trovo mio padre, mia madre e mia sorella seduti attorno al tavolo dove sopra c’era finalmente la busta…e mio padre che mi guarda con un sorriso come a dire – bravo, bravo vedrai che ce l’hai fatta. Quando ho aperto la busta ed ho letto che ero stato ammesso sprizzavo di felicità perché per me si realizzava un grande sogno. Ora posso dire che quel momento mi ha cambiato la vita.
PM Quali sono gli insegnamenti che più ti sono serviti per il tuo lavoro?
EC Non c’è una materia, un insegnamento, un insegnante che mi sia servito più di un altro. E’ stato un insieme di cose che mi ha fatto capire cosa era importante per me. All’interno dell’Accademia diciamo che non ero il primo della classe, non sono mai stato il primo della classe in vita mia, anzi credo di aver portato alcuni dei docenti alla disperazione, perché loro volevano insegnarmi tante cose e io all’inizio volevo apprendere solo ciò che ritenevo giusto per me. Ricordo che a metà del secondo anno mandai la disdetta per smettere gli studi e l’insegnante di Musical Theatre entrò durante la classe di danza classica e mi disse che dovevo uscire immediatamente perché doveva parlarmi: “Ora tu mi firmi immediatamente la revoca di questa lettera oppure io ti prendo a calci nel” … vabbè magari non lo scrivere questo… Probabilmente aveva visto qualcosa in me che non dovevo buttare.
PM L’audizione per Tarzan, qual’è il tuo ricordo più forte? E quello del tuo primo anno di lavoro invece?
EC Sono molti i momenti dell’audizione che mi hanno segnato, fondamentalmente io non parlavo del tutto tedesco e il mio inglese non era così buono da poter avere una conversazione, avevo paura di non capire le loro indicazioni o di non farmi capire. il momento più forte è stato quando ho fatto la prova di volo, nel callback finale mi hanno fatto lanciare sulla platea ed è stato uno dei momenti in cui dici “Wow! guarda cosa sono riuscito a fare”. Durante una delle prove di volo la caduta non mi è riuscita particolarmente bene e mi è scappato un turpiloquio in napoletano e Ralph, il Direttore, mi ha chiesto di spiegargli che cosa avevo detto!
Il primo anno di lavoro è stata una bella riscoperta di ciò che potevo o non potevo fare; tanti paletti che mi ero creato sono caduti quando sono diventato “primo cast” ed ho iniziato a credere ancora di più in me stesso.
PM Quali consigli ti senti di dare ai ragazzi che oggi decidono di intraprendere questo mestiere e che intendono iscriversi a Professione Musical?
EC Di crederci, di lavorare sodo e di prepararsi a ricevere dei no, che saranno molti più dei si che in questo mestiere si riuscirà ad ottenere. In un’audizione giocano tanti fattori: la forma fisica, il carattere…da ognuno cercano un “pacchetto completo”, ad esempio per interpretare Terk vogliono una persona di una determinata altezza, con un determinato carattere anche nella vita, che possa tirare fuori quell’enormità di energia che questo personaggio richiede, quindi non è detto che un no sia per l’Artista ma solo per la persona che non è adatta ad interpretare quel determinato personaggio. Cercano ovviamente anche la voce e il talento. Quindi studiare e “mettersi sotto” insomma.
PM Il tuo lavoro attuale è in The Lion King, cosa ha aggiunto al tuo essere performer?
EC Sono salito ancora di uno scalino: al momento sto ricoprendo tre ruoli principali, Timon Ed e Banzai, e devono essere tutti e tre rappresentati ad un livello altissimo, uguale a quello del primo cast; è un lavoro molto duro: riuscire a farli tutti e tre, interpretarli in modo differente (e io sono una sola persona) persino cambiare la voce tra uno e l’altro. Ho la possibilità di lavorare ogni giorno con persone incredibili che mi danno continuamente input per crescere: anche se il tempo dell’Accademia è finito, non smetto mai di migliorarmi
PM Quali sono state le tue esperienze lavorative al di fuori di Tarzan e The Lion King che hanno lasciato un segno nel tuo percorso di artista?
EC E’ sicuramente stata la produzione di Hairspray con una Scuola tedesca dove oltre ad interpretare il ruolo di Corny Collins ho aiutato nella regia, nel disegno luci e disegno palco. Questo mi ha dato la possibilità di lavorare con ragazzi giovani non professionisti e che si approcciavano per la prima volta ad interpretare un Musical. Questo progetto scolastico li ha portati a fare tre spettacoli. Nella voce e negli occhi di questi ragazzi ho riscoperto quella voglia di salire sul palco, di interpretare un personaggio, è stato bellissimo, un po’ come tornare indietro alle origini e ricordare che quello era il motivo per cui sto facendo questo lavoro, per cui ogni giorno sul palcoscenico cerco di trasmettere al pubblico.
PM Infine, i tre anni di Professione Musical sono stati un percorso semplice? Rispondi senza peli sulla lingua!
EC (ride) No, sono stati tutto tranne che un percorso semplice, un percorso difficile, tortuoso, pieno di lacrime e di gioie. Un percorso pieno di sorrisi, di persone che ancora oggi fanno parte della mia vita affettiva, compagni con cui mi vedo pur se poche volte per ovvi motivi lavorativi. No non è stato semplice ma questa Scuola mi ha insegnato di più che una sola “forma” di ballare, cantare e recitare, mi ha insegnato ad essere Artista. Un artista con la A maiuscola che si sa muovere nel posto di lavoro, che rispetta gli orari, le persone con cui lavora e si sa arrangiare a fare di tutto dal macchinista fino ad arrivare a salire sul palco ad interpretare uno dei primi ruoli. No non è stato semplice ma questo percorso a me ha fatto bene altrimenti non sarei il Performer che sono oggi.
E così, un po commossi e molto orgogliosi lo salutiamo e Vi invitiamo, se passate da Amburgo, ad andarlo ad applaudire.